Chiesa e infosfera. L’opinione pubblica sulla Chiesa in Italia. Una ricerca sul campo

Immagine copertina

Per indagare le dinamiche di formazione dell’opinione pubblica sulla Chiesa cattolica italiana occorre applicare le teorie classiche tenendo presente il nuovo scenario informativo e comunicativo costituito dall’infosfera e caratterizzato dall’esistenza onlife. In tal modo si può comprendere come le informazioni sulla Chiesa diventano un argomento di discussione pubblica e qual è il ruolo giocato dagli opinion leader, oppure si può osservare che esse rimangono confinate nella sfera privata a causa dei pregiudizi e del clima d’opinione presente nella società. Questo volume può essere un utile strumento da impiegare nell’attuale cammino sinodale della Chiesa.

 

INTRODUZIONE

In ogni aggregazione umana, nell’intera società come nei gruppi più piccoli, si genera una particolare dinamica sociale e comunicativa che si concentra intorno a determinate tematiche; tale fenomeno è comunemente chiamato “opinione pubblica” (OP) e si presenta animato da convinzioni, orientamenti, pregiudizi, ipotesi e immaginario collettivo.

L’OP è una realtà che interessa la Chiesa1 perché essa partecipa al suo processo di formazione come attore prestigioso proprio per il ruolo sociale molto importante che ricopre.

Il flusso continuo di informazioni che alimenta l’OP appare oggi accelerato dallo sviluppo delle tecnologie digitali e frammentato nella pluralità dei canali tradizionali, istituzionali, digitali e interpersonali che compongono l’infosfera2; cionondimeno, l’informazione ricopre una posizione sempre più rilevante nell’esperienza dell’individuo, tanto da diventare protagonista dei cambiamenti “rivoluzionari” che l’umanità sta vivendo.

Anche la comunicazione sulla Chiesa, sui suoi valori e sulle sue opere viaggia nell’infosfera e risente delle caratteristiche di parcellizzazione e accelerazione delle informazioni.

La presente ricerca si propone di studiare attraverso un’indagine sul campo quella parte d’informazione che riguarda la Chiesa nel peculiare contesto italiano e che, raggiungendo determinati soggetti, genera OP, condizionando così tutto l’ambiente informazionale. In altre parole, questo studio vuole analizzare lo stretto rapporto tra Chiesa, infosfera e OP in Italia.

Nonostante indichino realtà familiari, i tre termini succitati risultano di difficile circoscrizione, dal momento che ciascuna delle molteplici discipline che li studiano fornisce una propria spiegazione, in nessun caso esaustiva. In questa ricerca, dopo aver dato conto dei vari approcci teorici, tra le varie opzioni a disposizione sarà scelta quella che si ritiene più consona al tipo di indagine da effettuare, ma allo stesso tempo affidabile e che abbracci il più ampio spettro di significati possibili.

Per quanto sia di solare evidenza il sussistere, all’interno di ogni agglomerato umano, di giudizi sugli eventi condizionati da riferimenti culturali, sociali, economici e religiosi, stabilire in che modo essi si formino, si diffondano, si consolidino, mutino nel tempo e convergano in un orientamento collettivo, corrispondente all’OP, è impresa ardua. Sembra conveniente approcciarsi all’OP non come a un soggetto né come a un oggetto, ma piuttosto interpretandola come un processo, alla cui formazione contribuisce un complesso di dimensioni psicologiche, sociali, politiche e comunicative coinvolgente diversi attori sulla scena pubblica. Per ridurre tale complessità, è utile raggruppare gli attori sociali nei seguenti ambiti specifici secondo uno schema quadrangolare della sfera dell’opinione o “doxasfera”: moltitudini differenziate, gruppi di pressione, media di massa, decisori politici o di altre istituzioni3.

Anche il concetto di Chiesa si presenta multiforme poiché in essa convivono diverse dimensioni: umana e divina, istituzionale e carismatica, clericale e laicale, universale e locale. Tutto ciò ha dato origine a numerosi modelli ecclesiologici, la coesistenza dei quali è chiaro indice della varietà di opinioni, relazioni, prospettive teologiche e pastorali, nonché di sensi della fede che, animando la Chiesa, generano diversi modi di intenderla. Tant’è vero che il Concilio Vaticano II ha proposto per la Chiesa la definizione di “mistero”4, ma essa è certamente inapplicabile in un’indagine scientifica; pertanto, in questa sede si preferisce adottare una nozione che soddisfi tanto l’aspetto teologico quanto quello sociologico, descrivendo la Chiesa come “popolo di Dio”.

In ultimo, il concetto di infosfera, formulato da Luciano Floridi, pare il più adeguato a definire l’ambiente comunicativo digitale e connesso in cui è immerso oggi l’essere umano e che, esaltando la sua natura informazionale, lo mette in relazione ad altri agenti biologici e tecnologici, permettendogli di sviluppare, all’interno della network society, legami solidali dentro reti territorialmente disperse. L’uomo, di fatto, è compartecipe di una rivoluzione comunicativa che influisce su tutti gli aspetti dell’esistenza, non ultimi il rapporto con il trascendente e la formazione delle opinioni.

Allo scopo di comprendere se e in che misura le informazioni sulla Chiesa acquisite dalle moltitudini in questo nuovo contesto stimolino il processo di formazione dell’OP, si fa tesoro degli studi sul “flusso di comunicazione a due o più livelli”5, condotti da Paul Felix Lazarsfeld, Eliu Katz e altri, e sulla “spirale del silenzio”6, sviluppati da Elisabeth Noelle–Neumann.

Gli aspetti controversi legati allo sviluppo della comunicazione digitale e connessa, tra i quali si possono citare il surplus informativo, il digital divide, la formazione di echo chambers, il fandom, la viralità della diffusione dei contenuti, permettono alle teorie del two–step flow e della spirale del silenzio, opportunamente declinate nel paradigma digitale, di conservare la loro attualità.

Gli studi sull’influenza personale possono utilmente spiegare il ruolo di leader d’opinione svolto oggi dai network online, che mediano le informazioni su più livelli miscelando influenze mediali e interpersonali. In questo scenario si inseriscono anche le figure degli influencer, individui che conquistano un ampio seguito sui social network grazie al proprio carisma personale o alla propria autorevolezza in particolari settori, al punto da condizionare il comportamento, i gusti e le opinioni della gente molto più di quanto riescano a fare i media. In linea con questa teoria, anche l’informazione che viene acquisita sulla Chiesa dovrebbe diventare oggetto di confronto con le persone che vengono ritenute più informate e più competenti. La ricerca punta a tratteggiare il profilo degli attuali opinion leader sulla realtà ecclesiale per comprendere se sono gli stessi del passato o ne sono sorti di nuovi, se sono i membri del clero, alcuni fedeli particolarmente impegnati o carismatici, oppure persone avverse alla religione cattolica.

Anche la teoria della spirale del silenzio mantiene la propria validità perché i media sono ancora capaci di creare un clima d’opinione, che si aggiunge a quello emergente dall’interazione quotidiana fra le persone, e di svolgere la funzione di articolazione discorsiva, fornendo agli individui argomentazioni e strumenti per sostenere le loro convinzioni e mettere a tacere quelle non condivise. Questo studio prova a ritestare la spirale del silenzio nel nuovo scenario mediatico e nel clima d’opinione attualmente presente in Italia, non sempre favorevole alle posizioni della Chiesa.

La dinamica dell’OP riguarda anche la realtà ecclesiale da due punti di vista: ad extra, in quanto la Chiesa prende parte al processo opinionale che si svolge nella società con un ruolo attivo, e ad intra, perché la compagine ecclesiale, come entità sociale, vive la formazione dell’OP anche al proprio interno.

La Chiesa partecipa alla vita sociale come un “gruppo portatore di interessi”, poiché ha dei valori e delle visioni del mondo che vuole condividere con gli altri attori presenti sulla scena pubblica. I suoi membri sono inseriti nelle moltitudini dei cittadini e ciascuno è parte di una rete di relazioni umane alla quale trasmette le istanze promosse dalla Chiesa.

L’avanzata della comunicazione digitale e connessa ha determinato da un lato inedite possibilità di approvvigionamento dell’informazione sulla realtà ecclesiale da parte dei pubblici e dall’altro la necessità per la Chiesa stessa di ripensare e modificare la propria comunicazione. Inoltre, lo sviluppo della rete informatica e la facilità di accesso a Internet anche in mobilità ha dato ai fedeli una possibilità concreta di contribuire al clima d’opinione interno ed esterno alla Chiesa, di essere cioè dei prosumer7 dell’informazione ecclesiale.

Nell’agone sociale la Chiesa è presente con strumenti d’informazione propri (radio, tv, giornali, Internet); inoltre, gli uffici di comunicazione istituzionale fanno sì che altri media si occupino delle issue, delle istanze e delle azioni promosse dalla compagine ecclesiale. Un compito non trascurabile nell’ambito dell’informazione della e sulla Chiesa è svolto dalla predicazione e dalla comunicazione operata dalle comunità cristiane sul territorio, che si affianca a quella istituzionale nel presentare l’immagine della Chiesa.

Perché tale dispiegamento di forze comunicative sia efficace, però, è necessario che l’offerta informativa intercetti e soddisfi la domanda delle moltitudini, che oggi hanno a disposizione una pluralità di canali comunicativi da cui attingere le informazioni sulla Chiesa. Una strategia comunicativa coordinata, coinvolgente, incisiva e convincente non sempre è sufficiente: è necessario infatti che la comunicazione generi un dialogo innanzitutto tra i credenti e poi tra questi e le moltitudini.

Con l’avvento delle tecnologie digitali e lo sviluppo della rete Internet, al paradigma comunicativo “uno a molti” si è sostituito quello “da molti a molti”: al singolo consumatore è richiesto, anzi, si sollecita un intervento sempre più attivo nella produzione comunicativa, che sfocia nell’autocomunicazione nella forma della gestione di uno spazio personale, come un profilo sui social network. In tal modo, la distinzione tra sfera pubblica e privata, tra online e offline, tra reale e virtuale è andata sempre più sfumandosi: l’esistenza umana è ormai onlife. Tutto ciò richiede anche ai membri della Chiesa una maggiore coerenza tra l’informazione che producono, anche involontariamente, il loro credo e la loro vita.

In questo contesto, che segna il passaggio dalla società dell’informazione alla società informazionale, ovvero da una società in cui l’informazione è importante a una società “fatta” di informazioni, eventi e discorsi si mescolano, realtà e commenti si confondono e le fake news diventano un problema sociale. I conflitti di opinione risultano così spostati nella nuova sfera pubblica dell’ambiente digitale.

Indagare sul campo tutto ciò attraverso una ricerca sociale significa capire meglio: in che modo le moltitudini differenziate di persone praticanti, solo credenti e non credenti usufruiscono di informazioni sulla Chiesa, sui suoi valori, sul suo messaggio e sul suo operato; quanta parte di queste informazioni che raggiungono le moltitudini proviene dall’istituzione ecclesiale e dal dialogo tra i fedeli; quanta parte arriva invece dal sistema mediatico laico; e quanta parte ancora è trasmessa da organizzazioni contrarie alla Chiesa e se questa comunicazione possa ritenersi obiettiva oppure costituita da inesattezze o falsità; in che misura, infine, l’informazione diventa dialogo interpersonale e comunitario.

Una ricerca specifica su questi temi rappresenta una novità nel panorama italiano e può fornire indicazioni utili a comprendere in quale direzione si sta muovendo il clima d’opinione sulla Chiesa e a valutare l’efficacia dello sforzo comunicativo prodotto dalla Chiesa nell’attuale scenario digitale.

Sono numerose le indagini empiriche che, da un lato, hanno rilevato in modo generale le modalità di accesso e fruizione dell’informazione da parte degli individui e, dall’altro, hanno indagato la religiosità e la vicinanza o lontananza delle persone, soprattutto giovani, dai temi della fede. Di tali ricerche, di tipo sia qualitativo sia quantitativo, condotte da prestigiosi istituti, si darà conto nel corpo della presente ricerca. Sembrano invece scarseggiare gli studi concernenti l’uso che le persone fanno degli strumenti di comunicazione per informarsi sulla Chiesa e l’incidenza sulla formazione dell’OP sulla realtà ecclesiale. Si è deciso così di provare a inoltrarsi in un terreno d’indagine non ancora molto perlustrato dagli studiosi, quello della fruizione mediatica legata all’informazione ecclesiale, soprattutto nel nuovo contesto digitale e iperconnesso, cercando di dare un contributo alla riflessione collettiva sulle modalità di costruzione dell’OP, delle immagini e degli immaginari che riguardano la Chiesa.

La ricerca sul campo viene condotta somministrando un questionario online a un campione di convenienza, per ragioni logistiche ed economiche non statisticamente, ma socialmente rappresentativo8. I risultati ottenuti sono poi analizzati con l’ausilio di software specifici per l’elaborazione statistica. Per integrare e approfondire le informazioni così ottenute, si adottano gli strumenti qualitativi dei focus group e delle interviste ad alcuni esperti9; la combinazione di modalità di ricerca quantitativa e qualitativa garantisce, infatti, una maggiore attendibilità degli esiti dell’indagine.

L’intero lavoro, diviso in una parte teorica e una parte empirica, si compone di quattro capitoli, oltre all’introduzione, alla conclusione e all’apparato bibliografico.

Il primo capitolo è dedicato all’esame delle più importanti teorie sull’OP; si individuano gli ambiti attoriali della scena pubblica quali artefici del processo di costruzione del clima d’opinione all’interno della doxasfera. Si passa poi alla definizione delle moltitudini e delle dinamiche opinionali che vivono al loro interno, con l’ausilio delle già citate teorie del flusso di comunicazione a due o più livelli e della spirale del silenzio, delle quali vengono evidenziati aspetti significativi e punti deboli alla luce del nuovo contesto socio–comunicativo, anche in relazione all’informazione sulla Chiesa.

Nel secondo capitolo viene presentato il nuovo ambiente informativo e comunicativo, caratterizzato dall’emergere dei media digitali e connessi e dalla vita onlife, che generano una nuova socialità con grandi potenzialità e non pochi pericoli. L’infosfera pone numerose sfide anche alla realtà ecclesiale, spingendola ad adottare dinamiche comunicative adeguate al nuovo scenario e alla sua natura di “popolo di Dio” e, allo stesso tempo, le mette a disposizione strumenti e chance per sviluppare la “sinodalità”.

Il terzo capitolo contiene la descrizione delle caratteristiche della ricerca empirica condotta e la definizione dell’oggetto, degli obiettivi e delle ipotesi relative all’indagine, insieme all’esposizione dettagliata degli strumenti utilizzati durante le varie fasi della ricerca.

Al centro del quarto capitolo c’è l’analisi puntuale dei dati raccolti attraverso il questionario, integrata con la sintesi del lavoro svolto nei focus group e delle interviste agli esperti.

Nella conclusione si ricostruisce il percorso di ricerca svolto mettendo in evidenza in che modo le informazioni acquisite sulla Chiesa hanno la possibilità di influenzare l’OP e valutando in quale misura le ipotesi formulate in partenza siano state verificate. Infine, si suggeriscono percorsi ecclesiali generativi di OP sull’immagine di Chiesa popolo di Dio e si propone qualche riflessione critica, segnalando i limiti del lavoro svolto e indicando i possibili campi di sviluppo.

————————————————–

1In questo lavoro per “Chiesa” si intende sempre la “Chiesa cattolica apostolica romana”.

2Cf. Floridi, La quarta rivoluzione, 44–45.

3Cf. S. Cristante, Potere e comunicazione. Sociologie dell’opinione pubblica, Liguori, Napoli 2004, 235.

4Cf. Concilio Vaticano II, Cost. dogmatica Lumen gentium, 21 novembre 1964, n. 1–8, in Acta Apostolicae Sedis (= AAS) 57 (1965) 5–12.

5Cf. E. Katz – P.F. Lazarsfeld, L’influenza personale nelle comunicazioni di massa, ERI, Torino 1968.

6Cf. E. Noelle–Neumann, La spirale del silenzio, Meltemi, Milano 2017.

7Cf. A. Toffler, The Third Wave, William Morrow, New York 1980, 26–27.

8Cf. L. Frudà, Strategie e tattiche di selezione dei casi, in L. Cannavò – L. Frudà (Edd.), Ricerca sociale. Dal progetto dell’indagine alla costruzione degli indici, Carocci, Roma 2007, 130–139.

9Gli intervistati sono: Vincenzo Corrado, Cecilia Costa, Stefano Cristante, Rocco D’Ambrosio, Guido Gili, Norberto Gonzalez Gaitano, Mario Morcellini, Pier Cesare Rivoltella, Paolo Ruffini.

Chiesa e infosfera. L’opinione pubblica sulla Chiesa in Italia. Una ricerca sul campoultima modifica: 2021-10-19T17:59:18+02:00da ruggierodoronzo
Reposta per primo quest’articolo
Questa voce è stata pubblicata in LIBRI. Contrassegna il permalink.