Dopo le ferie estive

   A volte le ferie estive si associano ad un certo rilassamento nei costumi e all’allontanamento dalla pratica religiosa. I richiami a vivere il periodo di riposo come un tempo per coltivare lo spirito spesso rimangono inascoltati. Quando la pratica religiosa viene vissuta come un precetto o un dovere da assolvere, paragonabile al lavoro, allora anche per essa è giustificato un periodo di vacanza. Questo tipo di mentalità, però, spesso ci fa abbassare la guardia contro i peccati e i pericoli dello spirito.

   Nel passato non esistevano le vacanze estive così come noi le intendiamo. La stagione calda era spiritualmente molto ricca perché si viveva la preparazione alle varie feste dei santi patroni. Oggi, invece, il periodo estivo è paragonabile al carnevale, dove è tollerato ogni rilassamento e ogni trasgressione. Il pericolo di mandare in vacanza forzata il Signore Gesù è reale e manifesta, ancora una volta, che noi consideriamo Dio a nostro servizio. Non sarebbe fuori luogo, a mio avviso, riprendere l’anno pastorale con un periodo penitenziale, una piccola quaresima, nel quale ritornare al Signore con tutto il cuore e con tutta l’anima.

   Nel calendario dei nostri fratelli maggiori, gli ebrei, non per caso il capodanno ricorre tra settembre e ottobre ed è segnato da celebrazioni penitenziali. Settembre comporta il ritorno di un po’ di frescura e con essa tornano le forze e la volontà di ricominciare a lavorare. Quale occasione migliore per ricominciare il nostro rapporto con il Signore e con la Chiesa attraverso la riconciliazione? Così come l’atto penitenziale si trova all’inizio di ogni celebrazione, anche l’inizio delle attività pastorali dovrebbe essere caratterizzato da un momento, personale o comunitario, di conversione e riconciliazione. Infatti, come dice il proverbio, chi bene inizia…. Buon anno pastorale a tutti.

   Il vostro affezionatissimo fra Ruggiero Doronzo.

Dopo le ferie estiveultima modifica: 2009-09-05T16:05:00+02:00da ruggierodoronzo
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