La morte di Matteo

Venerdì scorso è morto un ragazzo di diciotto anni di nome Matteo. Un cancro al cervello, con il quale ha convissuto per quasi cinque anni, ha prevalso sulla sua giovane vita. Io ho conosciuto Matteo quando risiedevo a Brindisi e poi, trasferitomi a Campi Salentina, l’ho seguito a distanza attraverso le notizie che amici comuni mi portavano. Matteo era un ragazzo eccezionale sia umanamente che spiritualmente. Sempre socievole, sorridente, ottimista e, allo stesso tempo, molto devoto e pieno di fede. Non solo in coloro che gli erano più vicini (i genitori, la sorella e la fidanzata), ma anche in un grande numero di persone giovani e adulte ha lasciato un vuoto difficilmente colmabile.

Domenica pomeriggio ho incontrato un gruppo di trenta ragazzi, amici di Matteo, e ho provato a consolarli con le parole della fede. Infatti non ci sono molte parole da dire su avvenimenti misteriosi come questo e che solo la fede può illuminare. Ho invitato questi giovani a guardare a Cristo Risorto, il primo a tornare indietro dal cimitero, che ha reso possibile la cosa anche per noi. L’argomento sul quale ci siamo prevalentemente soffermati è stato quello riguardante il nostro stato nella vita dopo la morte. Cristo Risorto ci ha fatto capire che avremo ancora un corpo, il nostro stesso corpo, che tuttavia sarà un corpo diverso e migliore. San Paolo ci informa che mentre il nostro corpo terrestre si va disfacendo, si guasta, invecchia, si deteriora (nel caso di Matteo questo disfacimento è stato molto rapido), contemporaneamente viene costruito un corpo celeste e glorioso. Questo nuovo corpo ci permetterà di fare cose straordinarie, come quelle che faceva Gesù Risorto: essere presente dovunque, avere una conoscenza infinita e i sensi illimitatamente estesi. Potremo fare quello che oggi l’esperienza di navigare nella Rete, in qualche modo, ci ha fatto intravedere. Nello spirito saremo connessi con tutti e, istantaneamente, avremo accesso ai cuori e ai pensieri di tutti i nostri amici. Allo stesso tempo sarà un corpo perfetto, sempre in forma, che compenserà le mancanze del corpo terrestre. Credo che i ragazzi che mi hanno ascoltato siano rimasti affascinati da una tale prospettiva e il dolore per la perdita del caro Matteo sia stato, in qualche modo, mitigato.

Il vostro affezionatissimo fra Ruggiero Doronzo.

La morte di Matteoultima modifica: 2009-05-02T15:40:00+02:00da ruggierodoronzo
Reposta per primo quest’articolo
Questa voce è stata pubblicata in RUBRICA - su L'Ora del Salento e contrassegnata con , , , . Contrassegna il permalink.