La Provincia cappuccina di Puglia: 100 anni di vita e tanta storia scritta ancor prima

Da qualche anno nel nostro vocabolario è entrata la parola Tsunami, associata tristemente alle immagini della devastazione portata dall’onda gigantesca originata da un terremoto marino. Lo Tsunami può essere un’efficace metafora di ciò che è accaduto agli Ordini religiosi nella soppressione napoleonica (1809-1811), ma soprattutto nella soppressione sabauda dell’Italia unificata (1861-1866). Infatti il terremoto dell’unificazione italiana ha provocato un’onda anomala che voleva cancellare tutta la vita religiosa attraverso la prescrizione legislativa.

Gli effetti sono stati impressionanti, tuttavia non sono stati soltanto negativi. Il diluvio distruttore è, allo stesso tempo, purificatore perché, come dice la liturgia battesimale, “l’acqua segnasse la fine del peccato e l’inizio di una vita nuova”. Ogni persecuzione, infatti, serve anche per passare al setaccio la fede dei cristiani coinvolti, e la vita religiosa, passata per il crogiolo della soppressione, è uscita purificata e rafforzata. Allo stesso tempo la storia ha dimostrato come le leggi ingiuste che non rispecchiano il sentimento popolare, per quanto provochino danni, non raggiungono del tutto lo scopo prefissato.

La storia della società europea, e di quella italiana in particolare, è passata attraverso gli Ordini religiosi i quali hanno rivestito un fondamentale ruolo di cerniera tra Chiesa e società. Tra i vari Ordini, quello dei Cappuccini è stato particolarmente benemerito e amato dal popolo che vedeva i frati allontanarsi per la contemplazione eremitica e avvicinarsi per il servizio, soprattutto quello più umile e rischioso degli appestati. Un rapporto di amore e servizio alla gente iniziato all’alba del sedicesimo secolo, non poteva finire, per prescrizione legislativa, solo tre secoli dopo. In particolare la presenza dei Frati Minori Cappuccini in Puglia, iniziata nel 1533, ha vissuto una forte fase di espansione tanto da superare in pochi anni il numero di 1500 religiosi. L’aumento numerico dei frati, segno di una spiritualità autenticamente vissuta, determinò la divisione prima in due province (Puglia e Basilicata nel 1560) e poi di quella pugliese in ulteriori due province, Bari e Otranto, nel 1590. La soppressione del 1860 causò la chiusura di numerosi conventi, 24 solo nella Provincia di Otranto, e il conseguente ritorno a casa di centinaia di religiosi.

Tuttavia, come già detto, l’effetto fu devastante ma anche purificante, come se Gesù avesse detto un’altra volta «anche voi volete andarvene?». In 280 risposero: «Signore da chi andremo, tu solo hai parole di vita eterna» e ricostruirono la Provincia religiosa nel 1908. La loro fede, il loro zelo e il loro sacrificio noi oggi celebriamo a distanza di cento anni. Il convegno storico e la mostra fotografica organizzati nel centenario della rifondazione della Provincia di Puglia sono un tributo ai frati che la realizzarono, ma anche a quella numerosa schiera di religiosi che li hanno seguiti. Uniti dalla Fede e dalla Regola, presbiteri e laici, colti e meno colti, contemplativi e operativi, ci hanno lasciato un patrimonio di beni spirituali e materiali che occorre conoscere, custodire ed incrementare. All’uopo il qualificato convegno storico svoltosi nella prima sessione a Lecce il 18 ottobre 2008, e il 3 novembre nella sessione di Bari.

Fra Ruggiero Doronzo

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La Provincia cappuccina di Puglia: 100 anni di vita e tanta storia scritta ancor primaultima modifica: 2009-12-29T19:56:00+01:00da ruggierodoronzo
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