Volge al termine un anno molto travagliato sul piano internazionale che si porta dietro una scia di paura e un pesante carico di morti e di profughi. Fosche nubi di guerra si addensano all’orizzonte dell’umanità, mentre l’economia mondiale sembra alternare tenui segnali di ripresa a grandi minacce di recessione.
Eppure, in mezzo alle tenebre rifulge ancora una luce: quella di un bambino che nasce per noi. È Gesù, il Figlio di Dio, che viene a condividere le gioie e le sofferenze umane, si addossa il peccato del mondo, permette all’essere umano di non vivere più in modo egoistico solo per se stesso e spalanca ai credenti le porte della felicità.
Tuttavia, come ci insegna il vangelo di Giovanni: la luce splende nelle tenebre, ma queste tentano costantemente di sconfiggerla. La piccola fiammella della fede deve resistere al soffio di venti impetuosi come l’ateismo, che spira da un versante, e l’islam, che si abbatte dall’altro. Infatti, il cristianesimo sembra preso in una morsa a tenaglia, tra coloro che vogliono imporre un tipo di società nella quale ogni riferimento a Dio, alla religione e alla coscienza deve essere cancellato e coloro che vogliono far coincidere lo stato con la loro religione.
Il cristianesimo di oggi assomiglia sempre più a quel bambino nato nella grotta di Betlemme, piccolo, rifiutato, idifeso, minacciato. Eppure, proprio come quel bambino riuscirà a sopravvivere, seppur in mezzo a tante ostilità, perché ha ancora una missione da compiere in questo mondo: esserne la luce che le tenebre non riusciranno a spegnere.
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