Confessioni in televisione

   La televisione non riesco a guardarla spesso per i molti impegni pastorali, ma anche se avessi più tempo a disposizione non credo che ne farei molto uso. Tuttavia, proprio negli ultimi giorni, mi è capitato di guardarla più a lungo del solito e ciò mi ha dato l’occasione di fare qualche riflessione. Ho notato come la vita privata delle persone venga continuamente messa sulla piazza mediatica senza nessun freno inibitorio. Un tempo solo nei piccoli paesi si sapeva tutto di tutti attraverso la raffinata commedia del passaparola e del pettegolezzo, ma i massmedia – come ha profetizzato McLuhan – hanno creato un villaggio globale che riproduce le stesse dinamiche dei piccoli agglomerati urbani. Nella sregolata rincorsa alla pubblicità della vita intima delle persone, della quale si cercano di mostrare i vizi piuttosto che le virtù, non è più possibile separare le vittime dai carnefici. Infatti, non è solo il mondo mediatico a cercare di indagare la vita privata delle persone alla ricerca dello scoop e del fatto sensazionale. La vita privata, propria e altrui, viene continuamente sbandierata attraverso gli svariati mezzi di comunicazione per fini politici, pubblicitari ed economici. Oggi sembra che la moda più ricorrente sia quella di mostrare, di raccontare, di far vedere quanto di più basso ci sia nella vita di ogni persona. Possiamo essere certi, inoltre, che quella privacy che crea enormi difficoltà burocratiche di firme e moduli, sia una parola ormai da cancellare dal nostro vocabolario. Tutto questo non per colpa di qualcuno in particolare, non per colpa dei media, ma perché la privacy è qualcosa che chi non l’ha la vorrebbe avere, e chi può averla la svende per mettersi in mostra.

   A questo punto io mi chiedo se non era meglio quando i segreti più intimi del cuore umano venivano messi ai piedi di Cristo nella confessione e là venivano custoditi nella cassaforte inaccessibile del segreto confessionale. Mi domando anche com’è possibile che alcune persone abbiano tanta vergogna e discutibile senso del pudore nel confessare certi peccati in modo sacramentale, e poi siano disposte a spiattellare in pubblico i vizi più reconditi della loro vita.

   Credo che sia tempo per noi cristiani, senza cadere in falsi moralismi, di rimettere le cose nel giusto ordine. Da un lato dovremmo tenere conto dell’invito di san Paolo: di certe cose neppure se ne parli tra voi, come si addice ai santi (Ef 5,3). Dall’altro, invece, dovremmo tornare a sentire giusta contrizione per i peccati e non avere timore di confessarli al sacerdote.

   Il vostro affezionatissimo fra Ruggiero Doronzo.

Confessioni in televisioneultima modifica: 2009-11-21T16:27:00+01:00da ruggierodoronzo
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