Il sabato santo

La settimana santa coinvolge il cristiano in un’intensa esperienza spirituale che culmina nel triduo del Signore morto, sepolto e risorto. Tra i giorni santi, però, il sabato è quello, a mio avviso, meno vissuto nel suo significato profondo.

La pietà cristiana, infatti, vive intensamente il giovedì santo con la celebrazione della coena domini e la venerazione dell’eucaristia nella visita agli altari adornati. Allo stesso modo vive intensamente il venerdì santo, ricordando la passione del Signore attraverso l’adorazione della Croce e le processioni penitenziali.

Con la stessa intensità spirituale, invece, non viene vissuto il sabato santo. Il motivo, probabilmente, risiede nel fatto che non sono previsti riti particolari e coinvolgenti a cui assistere, ma la liturgia da celebrare personalmente è quella difficile del silenzio.

In questo giorno dovremmo immergerci nel silenzio più totale, dovremmo vivere in un clima surreale di sospensione cosmica, dovremmo avere il fiato sospeso. La bellissima antica omelia sul sabato santo, che si legge nell’Ufficio del giorno, dipinge l’atmosfera di silenzio, di riflessione e di attesa che dovrebbe caratterizzare le ore che separano la morte e la resurrezione di Cristo.

Il mistero di questo giorno è grande: il corpo martoriato di Gesù riposa nella roccia ricoperto dal sudario e fasciato dalle bende, mentre il suo spirito discende agli inferi per liberare i prigionieri della morte. Stupore e meraviglia, silenzio e adorazione, dolore dei peccati e attesa del perdono sono gli atteggiamenti più consoni a vivere il mistero.

Peccato, davvero peccato, che ogni anno perdiamo questa grande opportunità e ci lasciamo interamente assorbire dai preparativi della Pasqua. Ognuno con i suoi motivi, dalla preparazione della liturgia alla preparazione del ragù, quasi tutti siamo distratti dal vivere l’attimo del grande mistero.

Sarebbe, inoltre, più consono al momento solenne della vigilia accompagnare il silenzio e la meditazione con il digiuno di cibo, di azioni e di parole, secondo quanto il Signore ci ha indicato: «Possono forse digiunare gli invitati alle nozze – disse Gesù – quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni in cui quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno» (Cfr Mc 2,19-20). Insomma, morire un po’ con Cristo per risorgere con lui. Chissà come vivremo il sabato santo quest’anno?

Il vostro affezionatissimo fra Ruggiero Doronzo.

Il sabato santoultima modifica: 2010-03-27T14:46:00+01:00da ruggierodoronzo
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