Taccuino di comunicazione

copertinaPUBBLICATO DA ED INSIEME

   La scelta di un titolo non è mai facile e ci vuole una certa dose di coraggio a combinare dei termini italiani con dei lemmi greci. Tuttavia i vocaboli hypómnēma e epikoinōnía sono così attraenti e carichi di significato che meritano di stare in copertina e di attirare l’attenzione del lettore.

Il primo termine, hypómnēma, si potrebbe tradurre con ‘taccuino’, ‘memorandum’, voci che, abbinate a una raccolta di saggi scritti nell’era digitale che affrontano il tema della comunicazione, potrebbero sembrare anacronistiche. Al contrario, la scelta del lemma è ben azzeccata per vari motivi. Bisogna dire, anzitutto, che l’introduzione di una qualsiasi nuova tecnologia, secondo l’insegnamento di Marshall McLuhan, modifica radicalmente tutto l’ambiente sociale, come avvenne, ad esempio, con il diffondersi nel mondo ellenico, intorno al IV secolo a.C., dell’uso di taccuini personali, chiamati hypomnēmata, per annotare opinioni, frasi, ricordi personali. Nell’antica società greca l’impatto di questa nuova ‘tecnologia’ fu così forte da potersi paragonare all’introduzione del personal computer nel mondo moderno.

A queste riflessioni, che giustificano il prestito dall’antichità del termine hypómnēma per comporre il titolo, si potrebbe anche aggiungere che il presente mosaico di saggi vuole affrontare la dinamica comunicativa umana non tanto nella sua declinazione mediatica e digitale, quanto nella sua radice di fenomeno umano e sociale, in sintonia con quanto affermato da papa Francesco nel suo primo Messaggio per la giornata mondiale delle comunicazioni sociali del 2014: «La comunicazione è, in definitiva, una conquista più umana che tecnologica».

Epikoinōnía, l’altro termine presente nel titolo e fulcro sostanziale dell’opera, è la parola greca che indica la comunicazione. La semantica del vocabolo ellenico è particolarmente significativa per la sensibilità cristiana che vede nella koinōnía la meta ultima verso la quale sono incamminate la Chiesa e l’intera umanità. L’etimologia della parola, dunque, già manifesta che la comunicazione ha come fine la comunione, anzi una epi-koinōnía, cioè una comunione superiore.

Scopo principale di questa raccolta di brevi saggi è mettere in evidenza alcuni punti d’incontro tra la teologia e la comunicazione oltre a quelli già palesi nella loro etimologia, in quanto nella prima è contenuta la dimensione del discorso (loghίa), mentre nella seconda è racchiusa la qualità divina del saper condividere, del ‘mettere in comune’ (cum-munis).

Tuttavia, forse a causa di una tale evidente convergenza, risulta difficile parlare di ‘teologia della comunicazione’, quasi che una materia possa essere l’oggetto dell’altra, ecco perché questa disciplina, semmai esista, è ancora indefinita, e la ricerca procede a tentoni, senza un percorso già tracciato che conduca a un approdo abbastanza certo.

Il presente lavoro, pertanto, non contiene una trattazione sistematica né di teologia né di teoria della comunicazione, ma si configura piuttosto come hypómnēma, quaderno di appunti dove sono annotate riflessioni, intuizioni e ricerche personali, ma anche, e soprattutto, accostamenti e contatti tra esperienza cristiana e comunicazione, simili a quelle di due cavi elettrici, idonei a produrre qualche scintilla di conoscenza e di autentica comunione ecclesiale.

 

Taccuino di comunicazioneultima modifica: 2014-04-10T00:28:47+02:00da ruggierodoronzo
Reposta per primo quest’articolo
Questa voce è stata pubblicata in LIBRI e contrassegnata con , , , , . Contrassegna il permalink.