Non di solo pane vive l’uomo

Tutti gli esseri viventi, dagli organismi monocellulari ai grandi animali marini, hanno in comune la necessità di nutrirsi per poter vivere. La vita, infatti, richiede energia e questa viene fornita dal metabolismo del cibo. Dunque, perché tutti possano vivere c’è bisogno che tutti abbiano il cibo necessario.

In quest’ottica guarda l’esposizione universale Expo 2015 di Milano, nella quale molti Paesi stanno mostrando il meglio delle proprie tecnologie e confrontano idee e soluzioni per dare una risposta concreta a un’esigenza vitale: riuscire a garantire cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti i popoli, nel rispetto del Pianeta e dei suoi equilibri.

Su questo tema la tradizione Cristiana ha molto da dire proprio perché Gesù svela pienamente l’uomo all’uomo, lo conduce verso una maggiore consapevolezza della sua natura, dei suoi limiti, delle sue potenzialità e della sua vocazione. Dunque, la rivelazione cristiana non poteva tacere proprio su quella dimensione così connaturata alla vita com’è il cibarsi.

Sin dalle prime pagine della Bibbia si legge che è stato lo stesso Creatore, consapevole della necessità vitale delle sue creature, a preoccuparsi subito di fornire il cibo a tutti gli esseri “nei quali è alito di vita”, dando loro “ogni erba verde” e “ogni albero fruttifero”.

Anche Gesù ha confermato che Dio sa benissimo che i viventi hanno bisogno di cibo e provvede loro quanto è necessario, perciò l’uomo è invitato a non preoccuparsi troppo di cosa deve mangiare o bere, perché una tale “preoccupazione” porta allo spreco, allo sfruttamento intensivo, all’accumulo a danno del prossimo. Piuttosto Gesù ha insegnato a condividere il cibo che ognuno possiede e a provvedere ai bisogni degli altri: alle nozze di Cana, dove il vino era finito anzitempo, fu lui stesso a provvederne dell’altro; ai discepoli chiese di sfamare la folla ma poi, constatando il loro imbarazzo e la loro incapacità, lo fece lui stesso moltiplicando i pani e i pesci, alla figlia di Giairo appena resuscitata chiese che venisse dato da mangiare; anche per sé, dopo la resurrezione chiese del pesce da mangiare e in un altro momento fu lui stesso a cucinare del pesce per i suoi discepoli.

Per quanto i suoi denigratori definissero Gesù un mangione e un beone, nella sua vita egli ha saputo coniugare in modo equilibrato periodi di digiuno con il piacere di sedersi a tavola insieme a discepoli e amici. Dalla lettura dei vangeli traspare come per Gesù il desco fosse la cattedra principale, perché proprio intorno alla mensa egli gradiva formare i suoi seguaci.

I Vangeli lasciano anche intendere che Gesù abbia trascorso del tempo in cucina, visto che conosceva bene la tecnica di produzione del pane e l’uso del lievito, l’importanza del sale e la modalità di cottura del pesce.

Tuttavia, in tutto ciò che ha detto e fatto Gesù si è sforzato sempre di invitare l’essere umano ad andare oltre la realtà materiale per raggiungere quella spirituale. Per questo sperava che i suoi contemporanei avessero occhi e orecchie tali da riconoscere nei suoi miracoli e nelle sue parabole i segni della presenza di Dio e avessero fame principalmente del cibo che non perisce, ma che rimane per la vita eterna.

Non di solo pane vive l’uomoultima modifica: 2015-09-20T22:35:29+02:00da ruggierodoronzo
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